Nata a Essen, in Germania, nel 1968, ma con sangue italiano e calabro nelle vene, stabilitasi definitivamente in Toscana tra le meravigliose colline del Chianti, in provincia di Firenze, in un’evidente e serena osmosi con la natura tutt’intorno, Pina Pettè ha modo di dare libero sfogo alla sua incontenibile ed entusiasmante passione, quella della pittura ad olio, nella quale lascia confluire tutto il meglio di sé: creatività, immaginazione, fantasia, elementi caratteriali che vanno ad animare una produzione artistica delicata quanto incisiva, fortemente autobiografica e simbolica, ma che ben si proietta all’esterno come sintesi di una poetica e di un “messaggio” universali, e oltre che suoi, empaticamente anche nostri.
Personalità ecclettica e duttile, Pina Pettè non ama l’art pour l’art, l’esercizio stilistico fine a sé stesso, introiettato e conchiuso. Ma gonfia le sue tele di emozioni che balzano fuori, evidenti, animate e raccontate attraverso una delicata e intimista timbrica su una sconfinata scala di colori. La sua ricerca è costante e continua e passa in scioltezza su più piani, “toni” e anche “citazioni”: dal ritratto all’astratto, dal figurativo al dripping, senza soluzione di continuità.
Per il libro di Academ Editore, di imminente pubblicazione, dedicato da Roberto Messina a suo fratello Enzo Pettè, grande chef, l’artista ha voluto produrre un “divertissement”: una serie di illustrazioni\quadri a “programma”, leggeri e appunto divertiti, a commento tematico dei superbi piatti qui presentati e del “mondo” (la cucina, la stampa, le aziende, gli imprenditori, gli amici) che gira intorno al celebrato Pettè.
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