Le varie “sfaccettature” della personalità e dell’umanità dello chef Proganò non sono mai rimaste mistero, anzi hanno finito per scrivere le pagine di un libro aperto: quello della sua buona e sincera cucina di mare, dei suoi tanti incontri con i clienti, il personale e quanti hanno in un modo o nell’altro lavorato con o a fianco a lui, con il lascito di un’eredità tanto culinaria quanto fortemente ideale, propria di chi ha voluto e saputo raccontare se stesso in piatti preparati con amore, maestria e fantasia. Un prorompente messaggio di simpatia, amicizia, accoglienza, oltre che di schietta professionalità, concretizzato in piatti che sono frutto di una visione pratica della gastronomia, contraria agli eccessi barocchi e alla sperimentazione fine a se stessa.