Il grande merito che va riconosciuto al professore Luigi Condemi di Fragastò, fine giurista, studioso, scrittore, saggista, è aver portato alla ribalta una figura, Zaleuco, sconosciuta ai più, cittadino locrese, antesignano della cosiddetta “civiltà giuridica”, offrendo soprattutto alle nuove generazioni uno stimolo, un punto di ripartenza e, perché no, l’orgoglio di sentirsi locresi, geracesi, calabresi e depositari dell’illuminato pensiero di questo personaggio straordinario di cui pochi sanno essere stato figlio di Calabria e proprio nella Locride, all’incirca nel 600 a.C., curatore del primo compendio di Leggi a noi noto.
Sappiamo invero molto poco di questo “illuminato”, così come poco conosciuta è anche la Locri Epizefiri in cui Egli ebbe a compiere i suoi studi giuridici, come ancora da approfondire è la luminosa storia della vicina Gerace. Proprio per questo motivo, l’impegno di ricerca ed approfondimento qui svolto è particolarmente significativo, poiché fornisce al lettore non solo un importante compendio del lavoro di Zaleuco ma, con esso, uno spaccato enormemente significativo degli umori, della cultura giuridica e del sentire di un passato, quello Geracese strettamente legato a quello Locrese, che fu indubbiamente radice del pensiero moderno.